DIPARTIMENTO DI GEOSCIENZE

dell'UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TRIESTE

                                                                                       

 

organizza

 

Lunedi' 1 marzo 2010 alle ore 16.30

presso il Dipartimento di Geoscienze, Comprensorio di S. Giovanni, Palazzina "O", Via E. Weiss, 6 - Trieste, Aula A. 

 

il seminario aperto al pubblico

 

"Aspetti geologici e geofisici dello smaltimento delle scorie radioattive in Sud Africa" 

 

Interverra':

 

Dr. Marco Andreoli

(NECSA, e Witwatersrand University, Sud Africa

 




DESCRIZIONE SEMINARIO:

Geologia sudafricana: smaltimento di scorie nucleari e l'oro del Sud Africa

In pochi luoghi come il Sud Africa la geofisica e la geologia condizionano la vita quotidiana. Johannesburg e' costruita sopra un gruppo di miniere d'oro, costituite di un labirinto di gallerie che si estendono su una  lunghezza complessiva di qualche centinaio di kilometri, raggiungendo profondita' di ben oltre i 3km. Il materiale scavato forma le montagne di rocce gialle triturate che determinano la topografia della citta'. L'oro, ed altri elementi preziosi come il nichel e il platino hanno contribuito alla prosperita' dell'impero Britannico ed allo sviluppo industriale del Sud Africa. I ritrovamenti dell'oro sono posizionati negli strati di un bacino di forma arcuata, creata dall'impatto presso il villaggio di Vredefort (Patrimonio Mondiale Unesco dell'Umanita') di un mega-meteorite il cui cratere ebbe un diametro di circa 300km. A parte la presenza dei crateri d'impatto, il territorio sudafricano e' relativamente stabile sotto il profilo geologico. Questo e' stato uno dei motivi per cui a partire dagli anni '80 sono stati sviluppati programmi di ricerca e di costruzione di un centro per lo smaltimento delle scorie radioattive.  Il problema delle scorie radioattive e' diventato un tema di attualita' anche in Italia, con la ripresa della pianificazione di impianti di energia nucleari. A contrario del Sud Africa, l'Italia ha una vivace attivita' sismica, che copre quasi tutto il territorio, con eccezione della Sardegna, un fatto che e' di fondamentale importanza nella costruzione di siti potenzialmente sensibili. Il Dr. Marco Andreoli, Ferrarese di nascita, e residente con la famiglia in Sud Africa, lavora da molti anni su diversi aspetti dello smaltimento di scorie radioattive in Sud Africa. Geologo, con laurea presso l'Universita' di Torino, ha intrapreso una carriera di ricerca con la South African Nuclear Energy Corporation (NECSA) ed e' responsabile del reparto geologia dei siti adibiti allo stoccaggio e smaltimento di scorie radioattive. Ha lavorato in diversi campi della geologia, come lo studio dell'evoluzione e dell'effetto nel tempo di elementi radioattivi nella  crosta terrestre, l'evoluzione dell'attivita' sismica nei pressi di depositi di scorie radioattive e lo studio di un particolare tipo di diamanti (carbonados, diamanti policristallini). E' autore della scoperta di un impatto gigante di meteorite, il cratere di Morokweng, Kalahari, Sud Africa, che gli ha anche sfruttato, insieme ai colleghi di ben nove altre Universita', un articolo sulla prestigiosissima rivista scientifica "Nature". La sua visita a Trieste avviene in connessione al progetto di ricerca GOCE Italy al quale partecipa la prof. Carla Braitenberg, ricercatrice presso il Dipartimento di Geoscienze dell'Universita' di Trieste. Tale progetto sfrutta i dati del satellite GOCE alla scoperta del continente Africano. Il Dr. Marco Andreoli presentera' un seminario  aperto al pubblico intitolato "Aspetti geologici e geofisici dello smaltimento delle scorie radioattive in Sud Africa"  il giorno 1 marzo 2010, alle ore 16:30 presso il Dipartimento di Geoscienze, Comprensorio di S. Giovanni, Palazzina "O", Via E. Weiss, 6 - Trieste, Aula A.  Durante il seminario il Dr. Andreoli parlera' dell'inquadramento geologico del Sud Africa,  delle caratteristiche del sito di stoccaggio di scorie nucleari a Vaalputs, della radioattivita' ambientale locale e della sua scoperta di un impatto gigante da meteorite sotto le sabbie del Kalahari.


 

Dr. Marco Andreoli

Homepage necsa:
Email: marco.andreoli@necsa.co.za

Website:
www.necsa.co.za

 

Note biografiche: 

Marco A G Andreoli

Nato a Bondeno (Ferrara) nel 1946, Marco Andreoli ottenne la laurea in Geologia presso l'Universita' di Torino nel 1970 e il Ph. D. (Geologia) dalla Universita' del Witwatersrand ("Wits", Johannesburg).  Dopo un intermezzo con l'Agip Carbone di Milano, Marco intraprese una carriera di ricerca con la South African Nuclear Energy Corporation (Necsa).   Marco e' responsabile per le investigazioni geologiche, in particolare quelle del sito di Vaalputs, adibito allo smaltimento di scorie radioattive.   Gli interessi di Marco comprendono la tettonica della piastra Africana, gli impatti meteoritici (ha scoperto l'impatto gigante di Morokweng nel Kalahari), il comportamento degli elementi radioattivi nella crosta profonda, e l'origine dei carbonados (diamanti policristallini).  Sposato ad Eileen con due figli, Marco e' Ricercatore Associato Onorario della Scuola di  Geoscienze alla Wits, Fellow della Societa' Geologica del Sud Africa, membro della Accademia delle Scienze del Sud Africa, e accreditato all'albo dei ricercatori (categoria C1) presso la National Research Foundation del Sud Africa.

Breve nota  del Dott. Marco Andreoli sugli argomenti a lui cari.

DA DISCARICA SCORIE RADIOATTIVE AGLI ASTEROIDI: LE AVVENTURE DI UN GEOLOGO ITALIANO IN SUD AFRICA

Il motto delle scienze della terra sara' pure Mente et Malleo con due martelli incrociati, in pratica pero' i geologi sovente hanno avuto bisogno di spinte un po' piu' robusti per raggiungere qiuelle grandi pietre miliari siul cammino verso le conoscenze del XXI secolo.  A meta' dell’Ottocento gli ingegnieri minerari che fecero il traforo del Sempione  demolirono non solo barrier di roccia, ma anche  secoli di spreculazioni sulle origini delle Alpi.  Quaranta anni fa, lo sviluppo delle tecniche di navigazione sottomarina al culmine della Guerra Fredda premise lo studio dettagliato dei fondi marini rilevando I campi magnetic deboli raggelati nelle lave abissali. Tale fu la culla dove nacque la scienza della tettonica delle placche che oggi spiega una miriade di fenomeni geologici.

In misura ben minore, qualche cosa di simile e' avvenuto in seguito la costruzione di una centrale nucleare  nei pressi  della Citta' del  Capo, in Sud Africa.  Il regime tecnocratico minoritario che governo' con pugno di ferro il Sud Africa spinse pure con grande vigore lo sviluppo di un impianto per lo smaltimento di scorie radioactive a basso e medio livello.  Il processo di selezione, attuato da quella ache oggi si chiama  South African Nuclear Energy  Corporation (Necsa),  il gruppo nucleare di stato,  segui' criteri puramente  tecnico-scientifici cosicche'  in soli  7 anni riusci' a inaugurare un impianto di smaltimento nella remota localita' di Vaalputs, 700 km a nord di Cape Town .  Molte cose sono cambiate da allora ad oggi, e la nuova costituzione democratica  del Sud Africa  imporrebbe un periodo di consultazioni e delibere con la popolazione locale ben piu' lungo e costoso di quel che fu negli anni Ottanta.

Terminato il progetto di Vaalputs e forte dell'esperienza acquisita in un ambiente semiarido e sabbioso,  lo stesso team  di specialisti dell' AEC/ (geologi,  geofisici, geoidrologi, ecc.) produsse per la Goldfields Corp. una carta geologica del basamento in un vasta area semiarida nel bacino del Kalahari .  Tale area era sempre stata lasciata inesplorata a causa della totale mancanza di affioramenti.  La carta geologica che naque nel 1991 da tale progetto fu prodotta usando  un complessol'esperienza pratica a acquisite a  Vaalputs  e quella teorica accumulate in anni di ricerca foindamnetale presso i  laboratori dello Schonland Centre for Nuclear Science dell'Universita' del Witwatersrand a Johannesburg .  Quel che ne usci' fu una struttura di  impatto meteoritico senza precedenti negli annal delle scienze planetarie, come testimoniato da un articolo pubblicato anni dopo, nel 2006, sulla prestigiosa rivista Nature.  Tale impatto non e' solo molto grande ( probabilmete in eccesso di 70 km) ma possiede ancora preservati , a 760 metri di profondita' I frammenti dell'asteroide responsabile.  Vi e' inoltre la possibilita' reale che le sabbie del Kalahari nascondano pure, al cuore del cratere, dei giacimenti di origine cosmica di platino e nickel di origine extraterrestre.

Dettagli di tale scoperta, nonche' del programma di smaltimento scorie radioattive in Sud Africa saranno presentate dal Dott.  Marco Andreoli (Necsa,  Universita' del Witwatersrand)  all'Universita' di Trieste il giorno 1 Marzo 2010.